Il parto è costituito da un complesso di fenomeni che hanno lo scopo di far fuoriuscire il feto e i suoi annessi (placenta e membrane amnio-coriali) dal corpo della madre.
Il feto in condizioni “normali” si trova nella cavità uterina in situazione longitudinale, con la testa in basso (cefalico) e deve percorrere il canale del parto grazie all'azione delle contrazioni uterine e le spinte volontarie dei muscoli addominali della mamma.
Nelle ultime settimane compaiono degli indurimenti per cui la pancia resta contratta per alcuni secondi, poi tutto torna alla normalità.
Prendono il nome di contrazioni di Braxton Hicks, che possono presentarsi a partire dal terzo trimestre; sono del tutto fisiologiche, non modificano la cervice uterina.
Spesso le contrazioni di Braxton Hicks si presentano in seguito a movimenti particolarmente decisi del futuro bebè, poiché l'utero, essendo un muscolo, risponde alle sollecitazioni contraendosi.
Per questo motivo, capita frequentemente che la futura mamma le avverta in orario serale, quando si distende per andare a dormire o si concede un momento di relax sul divano; il piccolo risponde al cambiamento di posizione materna con una serie di calcetti.
Prima di tutto, non sono dolorose: la pancia si indurisce e resta contratta per qualche secondo, ma la futura mamma non sente male
L'altra caratteristica è la sporadicità: nel corso di una giornata la donna può percepirne qualcuna
Contrazioni ritmiche e ravvicinate non possono essere definite contrazioni di Braxton Hicks
No, perché si tratta di un evento isolato e la pancia diventa dura per pochi secondi, poi torna alla normalità. Queste contrazioni non modificano l'utero e non segnalano la presenza di un problema”.
Il travaglio di parto si suddivide in 4 periodi:
Il periodo prodromico è costituito dalla presenza di attività contrattile uterina durante gli ultimi giorni di gravidanza.
Le contrazioni uterine sono ritmiche ma irregolari (prima ogni 15-20 minuti, poi si fanno sempre più frequenti fino a ogni 4-5 minuti), di durata crescente (40 sec. circa), e abbastanza dolorose.
Il dolore viene percepito dalla donna al basso ventre e dietro la schiena ed è associato a un indurimento ritmico della pancia.
Durante il periodo prodromico è frequente perdere il tappo mucoso che si manifesta con perdite vaginali di muco marrone miste a striature di sangue.
L'espulsione del tappo mucoso non ha alcuna relazione con l'insorgenza del travaglio e pertanto non è motivo per recarsi in pronto soccorso.
Durante il periodo prodromico non è necessario recarsi in ospedale anche perché la prodromia puo' durare diversi giorni.
Il dolore viene percepito dalla donna intenso, diffuso a tutto il ventre, dietro la schiena e al sedere ed è associato a un indurimento ritmico della pancia.
Le contrazioni uterine sono inizialmente ogni 4-5 minuti della durata di circa 1 minuto.
Questa attività contrattile ha come obbiettivo di dilatare il collo dell' utero fino a 10 cm (dilatazione completa).
La rottura del sacco amniotico di solito avviene a dilatazione completa, ma può verificarsi spontaneamente anche nelle fasi iniziali del travaglio e talvolta anche fuori travaglio.
La donna solitamente riconosce facilmente questa situazione perché improvvisamente si sente bagnata e l'assorbente è intriso di liquido.
Quando il sacco amniotico si rompe fuori travaglio, la donna viene ricoverata e si aspetta per 24 ore che sopraggiunga il travaglio: se questo non accade è opportuno indurre medicalmente il travaglio.
ALIMENTAZIONE: la partoriente può assumere piccoli pasti (es: frutta, pane, biscotti, miele) e bere acqua o bevande zuccherate.
POSIZIONE: la posizione è libera. L' ostetrica può suggerire diverse posizioni che possono aiutare a sopportare il dolore ed ad agevolare il travaglio.
MINZIONE: la donna deve urinare spesso.
VISITA OSTETRICA: la visita vaginale viene effettuata ogni due ore circa o quando occorre.
MONITORAGGIO DEL BENESSERE FETALE: il monitoraggio del battito cardiaco fetale si effettua mediante cardiotocografia intermittente o continua, a seconda dei fattori di rischio presenti e della fase del travaglio
PROGRESSIONE DELLA DILATAZIONE: se le contrazioni dell'utero non dovessero essere valide e pertanto risulti un rallentamento nella progressione del travaglio è possibile praticare l' amnioressi (rottura del sacco amniotico) che favorisce il rilascio spontaneo di ossitocina.
La procedura non è dolorosa.
Quando si rompono le acque è importante controllare il colore del liquido amniotico, che di solito è chiaro, quasi trasparente. Se il liquido si presenta “tinto”, di colore verdognolo, può essere indice di stress fetale.
PARTO-ANALGESIA: l' analgesia peridurale (o epidurale) consiste nell'iniezione di un farmaco anestetico nello spazio epidurale, tramite un cateterino che l' anestesista posiziona tra la II e la III vertebra lombare, con lo scopo di controllare in modo efficace il dolore delle contrazioni.
L' analgesia riduce la componente dolorosa delle contrazioni, ma rimane inalterato lo stimolo a spingere durante il periodo espulsivo.
Richiedere l' analgesia è una scelta della paziente, che deve essere supportata dal parere del ginecologo e dell'ostetrica
Infatti la paziente deve essere in fase attiva di travaglio (almeno 3 cm di dilatazione) e non devono esserci controindicazioni cliniche.
È necessaria una visita anestesiologica effettuata in gravidanza dove l'anestesista abbia valutato l'idoneità della paziente all'analgesia e la paziente abbia firmato il consenso informato scritto.
Il feto deve attraversare il canale del parto ed essere espulso all'esterno.
Il periodo espulsivo inizia quando la donna ha raggiunto la dilatazione completa e sente la voglia di spingere (premito).
La partoriente deve assecondare questo desiderio di spinta contraendo i muscoli addominali.
Le contrazioni uterine e le spinte della mamma permettono al feto di percorrere l'ultimo tratto del canale del parto fino a fuoriuscire prima con la testa e poi con le spalle e il resto del corpo.
Durante il periodo espulsivo l' ostetrica valuta se praticare un taglietto a livello del perineo (episiotomia), previa infiltrazione di anestetico locale, per creare più spazio al passaggio del feto.
L' episiotomia non viene fatta di routine ma solo se necessaria.
Peraltro nei casi in cui l'ostetrica decide di non fare l'episiotomia è comunque possibile che il feto, durante la sua fuoriuscita, provochi delle lacerazioni spontanee.
Sia l'episiotomia che le lacerazioni spontanee devono essere suturate utilizzando un filo riassorbibile e pertanto i punti non dovranno essere tolti, ma si scioglieranno da soli.
La ventosa osterica trova indicazione in alcune situazioni in cui è necessario accelerare il parto. Questa è composta da una coppetta morbida che viene fatta aderire sulla testa del feto da una piccola pompa aspirante. Questo strumento agevola la discesa della testa del feto in modo rapido e senza significativo traumatismo.
Quando il bambino nasce l'ostetrica lo appoggia sull'addome materno, lo asciuga e lo copre con un telo caldo per favorire fin da subito il contatto madre-figlio ed evitare la dispersione di calore Il cordone ombelicale viene reciso dopo che ha cessato di pulsare. L'organizzazione mondiale della sanità raccomanda di attaccare il neonato al seno entro la prima ora di nascita (momento in cui l'istinto di suzione è piu forte). Alla nascita viene data una prima valutazione clinica del benessere e della vitalità del neonato tramite il punteggio di Apgar. Questo sistema si basa sulla valutazione a 1 minuto e a 5 minuti dalla nascita di 5 parametri:
Il punteggio per ogni parametro va da 0 a 2, e pertanto lo score totale va da 0 a 10, dove 10 è il punteggio massimo.
Il secondamento è il periodo in cui avviene l'espulsione della placenta e del sacco amniotico. Solitamente il secondamento avviene entro 1 ora dal parto. La fuoriuscita della placenta non richiede sforzi espulsivi notevoli in quanto è agevolata dall'ostetrica, ed è accompagnata da una perdita di sangue.