Si definisce “aborto spontaneo” l'interruzione spontanea della gravidanza entro le 12 settimane di amenorrea.
Sebbene a volte siano riconoscibili delle condizioni specifiche (infezioni, malattie, anomalie genetiche, farmaci), nella maggior parte dei casi la causa è sconosciuta.
aborto completo: la completa espulsione della gravidanza avviene più facilmente nelle settimane precoci. In questi casi può verificarsi un sanguinamento vaginale simile al flusso mestruale o leggermente superiore, accompagnato da crampi addominali.
In genere entro alcuni giorni le perdite e il dolore cessano.
Dopo 30 giorni circa ricompare il normale ciclo mestruale.
aborto incompleto: non è più visibile la gravidanza in utero, ma la cavità uterina non è del tutto vuota.
Nei giorni o nelle ore precedenti alla diagnosi solitamente si verificano perdite ematiche vaginali e dolori addominali. Il medico consiglierà la terapia adeguata sia valutando la quantità delle perdite di sangue e sia dopo aver controllato con l'ecografia lo spessore interno della cavità uterina.
aborto interno: la gravidanza è interrotta ma non accompagnata da perdite ematiche. L'aborto interno spesso può essere totalmente asintomatico. Molto spesso la diagnosi di aborto viene fatta in occasione di un controllo ecografico programmato che visualizza un sacco gestazionale che non cresce o la presenza di embrione o feto, spesso di sviluppo inferiore alla settimana di gravidanza, senza battito cardiaco.
L'aborto spontaneo può essere trattato in tre modi: attesa, terapia medica o chirurgica tutte hanno come obiettivo il completo svuotamento della cavità uterina. Le possibilità di successo dipendono da diversi fattori tra cui l'epoca gestazionale. Il medico deciderà l'opzione migliore tenendo conto del quadro clinico.
Il 65 - 90% degli aborti si risolve spontaneamente entro 2 - 6 settimane. Dopo la diagnosi di aborto è perciò possibile la condotta di attesa in assenza di perdite ematiche emorragiche e in caso desideriate evitare il trattamento medico e chirurgico. Sarà programmato un controllo ambulatoriale a discrezione del curante.
Prevede l'utilizzo di compresse somministrate per via vaginale, un farmaco che attiva contrazioni uterine e una modificazione del collo dell'utero fino alla espulsione della gravidanza.
La procedura con cui si effettua lo svuotamento dell'utero è detta isterosuzione: la gravidanza cioè viene aspirata dopo aver dilatato il collo dell'utero.
Alla diagnosi di aborto interno si programma il Day-Hospital per l'isterosuzione.
Qualche giorno prima dell'intervento si esegue il prericovero dove verranno effettuati degli esami ematochimici, un elettrocardiogramma ed una visita anestesiologica.
L'intervento viene eseguito in sedazione profonda.
Si, può capitare che la paziente abbia febbre e che quindi necessiti di trattamento antibiotico.
In alcuni casi si può ripetere l'intervento per la ritenzione del materiale placentare; raramente può capitare la perforazione dell'utero. Questa complicanza eccezionalmente comporta la necessità di procedere ad apertura dell'addome per riparare la lesione
In tutti i casi di aborto spontaneo, indipendentemente dal trattamento, verrà richiesto il gruppo sanguigno con fattore Rh; a tutte le donne Rh negative con aborto spontaneo dopo l'8° settimana saranno somministrate immunoglobuline anti-D mediante un'iniezione intramuscolare per evitare che si sviluppino anticorpi che potrebbero causare gravi conseguenze in una successiva gravidanza.